PNRR e sport: occasione di riqualificazione urbana
In seguito alla crisi globale derivata dalla pandemia da Covid-19, che ha travolto l’intero pianeta, la Commissione europea ha lavorato ad un piano di ripresa dedicato a tutti i paesi membri dell’Unione europea, volto a sanare i danni economici e sociali derivati dall’emergenza sanitaria.
Con questi presupposti è nato lo strumento finanziario denominato NextGenerationEU, dedicato al finanziamento di interventi finalizzati allo sviluppo economico e alla crescita sostenibile dei paesi colpiti dalle difficoltà generate dal coronavirus.
Il principale mezzo attuativo di questo pacchetto di finanziamenti europei è il RRF, Dispositivo per la ripresa e la resilienza, che ha consentito agli stati europei di presentare un proprio piano di investimenti, in linea con i principi del NGEU.
L’Italia, uno dei paesi più colpiti dalla crisi economica, ha quindi progettato e dato vita al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un piano che prevede sei missioni:
- digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo,
- rivoluzione verde e transizione ecologica,
- infrastrutture per una mobilità sostenibile,
- istruzione e ricerca,
- inclusione e coesione,
- salute.
La missione n.5, suddivisa in tre componenti, è fortemente legata al mondo dello sport, strumento di coesione sociale, e punta essenzialmente sulla realizzazione di nuove strutture e sulla ristrutturazione del patrimonio impiantistico sportivo esistente, mirando alla sostenibilità e alla socializzazione come mezzi per la riqualificazione di aree urbane destinate alla collettività.Elena Falqui, Ingegnere
L’investimento relativo all’edilizia sportiva si articola in due avvisi, dedicati a due gruppi denominati cluster 1/2 e 3, che differiscono per la tipologia dei Comuni destinatari e la configurazione delle proposte.
Il cluster 3 è quello rivolto ai Comuni italiani che presentino progetti accompagnati dalla sponsorizzazione di una federazione sportiva, che manifesti e sottoscriva il proprio interesse negli interventi, al fine di garantire una maggiore promozione e una condivisione di livello nazionale, grazie alla partecipazione di enti che assicureranno la funzionalità degli impianti promossi.
La manifestazione di interesse pubblicata dal governo, e destinata ai Comuni italiani, prevede un importo finanziabile pari a Euro 162.000.000,00, ed è destinata a progetti riguardanti impianti di proprietà pubblica, con un tetto di contributo di 4 milioni di euro a intervento; il bando indica la possibilità di individuare un singolo intervento, sia per i presentanti domanda, che per le Federazioni sportive, che possono esprimere il loro interesse su un unico progetto. Le domande di partecipazione dovevano essere consegnate entro il 22 aprile 2022, tramite invio alla pec del governo dedicata, con una prima descrizione dell’intervento proposto e delle finalità prefisse, l’indicazione dei soggetti coinvolti e della loro capacità economica, oltre ad un cronoprogramma per la realizzazione delle opere (per un approfondimento clicca il link: https://www.sport.governo.it/media/3380/cluster-3-avviso-pubblico-di-invito-a-manifestare-interesse.pdf).
La procedura per l’ammissibilità delle istanze sarà improntata alla definizione di un quadro nazionale omogeneo, impostato sul censimento delle strutture sportive attualmente esistenti sul territorio, individuando quindi gli interventi che possano maggiormente rispondere alle finalità prescritte dal PNRR, per garantire la massima riposta in termini di ricrescita economica e sociale.
I progetti che si aggiudicheranno il finanziamento avranno l’obbligo di andare in appalto e aggiudicazione entro il 31 marzo 2023 e dovranno concludersi con la fine lavori entro il 31 gennaio 2026.
La riqualificazione dell’impiantistica sportiva, oltre alla creazione di nuovi poli dedicati allo sport che riconfigureranno e trasformeranno grandi aree cittadine, recuperando e valorizzando aree urbane in disuso, avrà inoltre un importante impatto relativamente all’opportunità di poter programmare e organizzare manifestazioni di vario livello da parte dei vari comuni italiani, che potranno contare su strutture adeguate sotto ogni profilo.
Basti pensare che solo nel nostro comune di Cagliari sono presenti più di 30 impianti dedicati allo sport di proprietà pubblica con gestione diretta, convenzionata o in concessione, ma che la maggior parte di questi versa in pessime condizioni e ha urgente necessità di ristrutturazioni importanti e, punto fondamentale, non sono a norma per l’apertura al pubblico durante le manifestazioni di qualsiasi entità poiché non certificate per la prevenzione degli incendi (Certificato di Prevenzione Incendi – CPI).Elena Falqui, Ingegnere
Gli eventi sportivi svolti nell’ultimo anno hanno avuto un riscontro molto positivo da parte del pubblico che, dopo le restrizioni degli ultimi anni, ha accolto con entusiasmo la recente riapertura a capienza piena degli impianti sportivi, come dimostrato, ad esempio, dagli Internazionali d’Italia di tennis di maggio di quest’anno, che hanno superato il record assoluto di partecipazione di spettatori della storia del torneo.
Gli italiani hanno necessità di riscatto, di ripartenza e di socialità e lo sport è sicuramente uno dei mezzi principali per garantire questo processo e le manifestazioni di alto livello sono uno strumento per una crescita economica.
Elena Falqui, Ingegnere
Mi sono laureata nel 2007 in Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali e nel 2010 in Ingegneria Edile, col massimo dei voti presso la facoltà di Ingegneria e Architettura di Cagliari; ho conseguito il Master di II livello in Progettazione di impianti sportivi presso la Sapienza a Roma nel 2011.
Ho svolto inizialmente l’attività di libero professionista presso uno studio privato e contemporaneamente presso lo studio di Ingegneria e Architettura di famiglia.
Nel 2012 ho intrapreso la mia prima esperienza a Roma, affiancando l’architetto incaricato, dal CONI e dalla FIT, della progettazione degli spazi del Foro Italico a Roma in occasione degli Internazionali BNL d’Italia.
Nello stesso anno sono stata assunta dalla FIT, ho proseguito l’affiancamento col progettista degli IBI; ho svolto anche il ruolo di referente FIT per gli impianti sportivi di tennis in tutta Italia e ho fatto parte per alcuni anni della Commissione Impianti Sportivi; ho anche partecipato al gruppo di controllo sul “Fondo Rotativo FIT”, verificando, dal punto di vista tecnico, le richieste di finanziamenti dei circoli affiliati.
Dal 2019 sono diventata un collaboratore esterno della Federazione Italiana Tennis e tuttora proseguo il mio percorso nel mondo dello Sport.
Da ottobre 2021 sono inserita nell’elenco del corpo nazionale dei Vigili del fuoco come professionista abilitata alla progettazione antincendio.
Mi occupo principalmente della progettazione degli spazi, della direzione dei lavori, della sicurezza sia in fase di progettazione che esecuzione nei cantieri, della stesura di Piani Safety&Security e sono il referente nei rapporti con l’amministrazione locale durante la programmazione di manifestazioni sportive.
Focus di diritto tributario • Avv. Francesco Sanna
PNRR e la riforma fiscale
A più di otto mesi dall’approvazione del Piano, si riconferma il consenso sul PNRR come grande occasione per il rilancio del Paese, ma aumenta la sfiducia sulla capacità del Governo di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Questo è quanto emerge dal sondaggio e dall’analisi sui risultati effettuati da Ernst & Young.
Oggi, l’83% (contro il 92% di settembre 2021) dei manager vede il PNRR come occasione unica per il rilancio del Paese.
Per il 32% dei manager italiani la riforma del fisco e della giustizia civile sono prioritarie per rendere l’Italia più attrattiva per gli investitori stranieri. A seguire la realizzazione di grandi infrastrutture tecnologiche (27%), riforma della giustizia amministrativa (27%) e realizzazione di grandi infrastrutture fisiche (21%)
La riforma fiscale ed il riordino della tassazione sono ritenuti unanimemente questioni decisive per attrarre i capitali stranieri e quindi consentire la ripresa economica. E proprio in ragione della importanza e del mancato raggiungimento dei risultati prestabiliti si evidenzia un forte scontento per la situazione in cui versa il fisco.Francesco Sanna, Avvocato
Secondo le ultime rilevazioni, i manager chiedono (85%) maggiore stabilità della normativa, limitazione della decretazione d’urgenza (69%), coinvolgimento delle parti sociali nelle discussioni (58%) e rafforzamento di organico e competenze dell’amministrazione finanziaria (54%).
Fiscalità e Green Deal: leva fondamentale per incentivare aziende e consumatori a comportamenti sostenibili, ma per l’84% dei manager serve maggiore uniformità tra i Paesi europei.
Incentivi fiscali: l’80% degli intervistati ne riconosce i vantaggi per imprese e consumatori, ma sono necessari meccanismi di controllo mirati per evitare abusi, soprattutto relativamente all’ecobonus.
Nel corso dell’evento tenutosi a Milano il 14 marzo 2022 i rappresentanti del mondo istituzionale, accademico e delle imprese nel corso dell’EY Tax Day, si sono confrontati sulle aspettative dell’opinione pubblica e dei manager rispetto all’impatto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sull’economia del Paese.
Nel corso dell’evento, EY e SWG hanno presentato i risultati di un’indagine, condotta su un campione di oltre 1200 persone tra manager e opinione pubblica, che analizza la fiducia sull’impatto del Recovery Plan e sulla riforma fiscale, a svariati mesi dall’approvazione in via definitiva del PNRR.
Un’ampia quota della popolazione e 1/3 dei manager intervistati affermano di non conoscere o comprendere i vari aspetti del Piano in maniera adeguata in quanto si rileva una moltiplicazione e diffusione delle informazioni ritenuta non ottimale. Dai dati si rileva inoltre una certa fiducia nei confronti dell’azione svolta dal Governo, soprattutto tra i manager intervistati. Anche in relazione al raggiungimento degli scopi previsti, oltre un terzo degli intervistati (ovvero 34% della popolazione e 36% dei manager) indica che gli obiettivi ad oggi conseguiti con il PNRR sono inferiori rispetto a quanto concordato in sede europea, suggerendo dunque un certo scetticismo generale sullo stato della sua attuazione.
I dati dell’indagine illustrano quali sono le riforme percepite più importanti. Tra queste c’è quella del fisco e della giustizia civile (entrambe per il 32% dei manager) sono essenziali per aumentare l’attrattività del Paese nei confronti degli investitori esteri.
Il sistema fiscale è uno dei temi centrali per il futuro del Paese. La possibilità di capire e quindi attuare l’imposizione tributaria nelle sue varie articolazioni è alla base del cosiddetto patto sociale e richiede semplificazioni oltre che nuove forme di ricerca del senso e del consenso, tanto in chiave domestica che di attrattività estera. Questa attenzione nasce da una valutazione particolarmente severa del sistema attuale che vede popolazione e manager allineati nel ritenere il sistema di oggi poco efficace, equo ed efficiente. Secondo l’85% dei manager e l’83% della popolazione la complessità del sistema fiscale italiano è un ostacolo alla competitività internazionale delle imprese italiane e, secondo l’86% dei manager, la sua complessità ostacola l’ingresso di imprese estere interessate a investire nel Paese.
Le aspettative legate a una riforma del sistema più equo ed efficiente vanno innanzitutto nella direzione di una maggiore stabilità della normativa. Sono soprattutto i manager a chiedere (85%) maggiore stabilità, limitando il ricorso a decretazioni d’urgenza evitandone la retroattività (secondo il 69%), ma anche (58%) coinvolgendo le parti sociali nelle discussioni e mettendo a disposizione dei servizi personale più competente.
L’intero pacchetto di richieste si orienta fortemente verso un intervento per la creazione di un sistema fiscale stabile e affidabile che consenta di programmare le attività anche nel medio periodo e con il quale sia possibile costruire delle interlocuzioni positive a vari livelli.Francesco Sanna, Avvocato
Al netto di questa aspettativa, si constata che la riforma in corso non è ancora in grado di raggiungere gli obiettivi desiderati: solo poco più del 30% dei manager ritiene che il processo di riforma in atto sia vicino alle esigenze delle imprese e ancora meno (il 28%) reputa che favorisca la competitività delle imprese italiane. Sul fronte della giustizia tributaria, i manager intervistati concordano nella costruzione di un sistema più snello e semplice, con un maggiore livello di competenza e di professionalità dei vari attori e che consenta un’interlocuzione costante tra Stato e contribuenti ai vari livelli possibili.
Focus di diritto penale • Avv. Claudia Piroddu
PNRR e prevenzione delle infiltrazioni mafiose
Il d.l. 6 novembre 2021 n. 152, denominato “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”, così come convertito con la L. 29 dicembre 2021 n. 233, ha introdotto, per quanto qui di interesse, oltre alla riforma del processo penale mirata alla digitalizzazione e ad una serie di interventi per garantire maggiore celerità del procedimento, anche delle importanti novità in materia di misure di prevenzione antimafia, intervenendo sul cd. Codice antimafia.
Invero, proprio la previsione di ingenti investimenti inerenti il PNRR ha incrementato notevolmente il rischio di insorgenza di fenomeni di corruzione e di infiltrazioni mafiose nel settore imprenditoriale, al punto che si è reso necessario un rafforzamento delle strategie e delle misure di contrasto.
L’obbiettivo della norma è quello, da un lato, di consentire alle imprese che operano lecitamente di partecipare ai bandi di gara previsti dal PNRR nel pieno rispetto delle regole della concorrenza e, dall’altro lato, di prevenire la partecipazione di soggetti legati alla criminalità organizzata, ciò anche attraverso l’implementazione del sistema di prevenzione antimafia e lo snellimento delle procedure.
Innanzi tutto, la riforma introduce una modifica nel procedimento di rilascio delle misure interdittive antimafia, mediante l’inserimento di una fase di contradditorio preliminare con il soggetto interessato.
Giova precisare che l’interdittiva antimafia è una misura di carattere preventivo applicabile nei confronti di imprenditori e società direttamente o indirettamente collegate con la criminalità organizzata, che comporta l’interdizione delle imprese destinatarie a contrarre la Pubblica Amministrazione o a ricevere erogazioni pubbliche.
In particolare, l’informativa antimafia interdittiva è un provvedimento amministrativo che si fonda sugli accertamenti effettuati dagli organi di polizia ed è applicata dal Prefetto territorialmente competente, con lo scopo di tutelare l’ordine pubblico, la libera concorrenza tra le imprese e il buon andamento della Pubblica Amministrazione.
Il provvedimento è applicabile nel caso in cui dall’esame degli elementi di indagine emerga un attuale, univoco e grave pericolo concreto di infiltrazione mafiosa nell’impresa, pertanto, non è richiesto l’accertamento “al di là del ragionevole dubbio” del compimento di una condotta penalmente rilevante, bensì è sufficiente la sussistenza del rischio di infiltrazioni mafiose, valutato in base al noto criterio del “più probabile che non”.
A tale riguardo, il Consiglio di Stato con la sentenza dell’11 gennaio 2021, n. 383 ha precisato che ai fini della adozione dell’informativa antimafia: “da un lato, occorre non già provare l’intervenuta infiltrazione mafiosa, bensì soltanto la sussistenza di elementi sintomatico presuntivi dai quali – secondo un giudizio prognostico discrezionale – sia deducibile il pericolo di ingerenza da parte della criminalità organizzata; d’altro lato, detti elementi vanno considerati in modo unitario, e non atomistico, cosicché ciascuno di essi acquisti valenza nella sua connessione con gli altri”.
Quanto alla riforma, come detto, viene introdotta una fase di contradditorio preliminare che, nella specie, prevede che qualora il Prefetto ritenga sussistenti i presupposti per l’applicazione del provvedimento de quo, purché non ricorrano esigenze di celerità, dà tempestiva comunicazione al destinatario, indicando un termine non superiore a 20 giorni, entro il quale quest’ultimo può far pervenire osservazioni scritte o chiedere l’audizione, al fine di chiarire la propria posizione.
Tuttavia, la procedura deve concludersi entro 60 giorni dalla notifica della comunicazione, ad esito della quale il Prefetto può alternativamente rilasciare l’informazione antimafia liberatoria oppure disporre l’applicazione della misura di prevenzione collaborativa o adottare il provvedimento interdittivo.
Tale procedura, che, all’evidenza, comporta una discovery delle informazioni raccolte dagli organi di polizia in merito alla posizione del soggetto interessato, proprio al fine di salvaguardare le esigenze di indagine, prevede una limitazione alla comunicazione di tutte quelle informazioni il cui disvelamento possa pregiudicare i procedimenti amministrativi o le attività processuali in corso.
Il Decreto introduce, altresì, l’art. 94 bis del Cod. Antimafia che prevede nuove misure amministrative di prevenzione collaborativa, nel caso in cui si tratti di una agevolazione di tipo occasionale, già delineata nell’art. 34 bis.
Lo scopo è quello di salvaguardare le imprese che appaiano solo marginalmente contaminate da presenze mafiose, consentendo alle stesse di adottare ogni misura utile per continuare ad operare legittimamente.
In tale ipotesi, il Prefetto può prescrivere all’impresa, società o associazione interessata l’osservanza, per un periodo tra 6 e 12 mesi, di una o più misure organizzative per rimuovere e prevenire le cause di agevolazione, anche disponendo la nomina di uno o più esperti incaricati di coadiuvare il soggetto interessato nell’adozione delle predette misure.
Qualora, alla scadenza del termine indicato, il Prefetto accerti il venir meno dell’agevolazione occasionale rilascia l’informazione antimafia liberatoria, mentre, in caso contrario, adotta l’informativa antimafia interdittiva.
Focus di diritto civile, tutela della persona • Avv. Viola Zuddas
Il PNRR al servizio dello sport per l’inclusione sociale
Come chiarito dal Dipartimento per lo sport (clicca qui per un approfondimento: https://www.sport.governo.it/it/pnrr/sport-e-inclusione-sociale-avvisi-a-manifestare-interesse/ ) il PNRR si pone (anche) l’obiettivo di incrementare l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso la realizzazione e/o la rigenerazione di impianti sportivi che favoriscano il recupero di aree urbane destinate alla collettività.
A tal fine, come già precisato dall’Ing. Elena Falqui nel suo focus, è previsto anche il coinvolgimento delle Federazioni che dovrebbe consentire di promuovere maggiormente la cultura sportiva e, in generale, la partecipazione allo sport, garantendo la medesima visibilità a tutte le discipline.
In particolare, a tale scopo, sono stati identificati tre cluster di intervento, suddivisi in due avvisi pubblici di invito a manifestare interesse:
- Avviso 1, relativo ai cluster 1 e 2: è destinato ai Comuni capoluogo di Regione, ai Comuni capoluogo di Provincia con popolazione superiore ai 20.000 abitanti e ai Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, per la realizzazione o la rigenerazione di impianto polivalente indoor, Cittadella dello sport o impianto natatorio.
- Avviso 2, relativo al cluster 3: è destinato a tutti i Comuni italiani ed è finalizzato alla realizzazione di nuovi impianti o alla rigenerazione di impianti esistenti che siano di interesse delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Federazioni Sportive Paralimpiche, a livello nazionale, così come individuate dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano e dal Comitato Italiano Paralimpico.
Semplificando, quindi, al fine di promuovere l’inclusione e l’integrazione sociale i progetti finanziati con il PNRR dovranno sostenere:
- la costruzione e la riqualificazione di impianti sportivi ubicati in aree svantaggiate del Paese comprese le periferie metropolitane,
- la distribuzione di attrezzature sportive per le aree degradate ritenute necessarie per l’allestimento di strutture sportive che possano anche rimuovere gli squilibri economici e sociali,
- il completamento e l’adeguamento di impianti sportivi esistenti da destinare all’attività agonistica nazionale ed internazionale.
Questi progetti, dunque, dovrebbero permettere, anzitutto, la creazione di nuovi posti di lavoro che potranno servire per rilanciare un settore che, negli ultimi anni, è entrato in crisi.
Non vi è dubbio, infatti, che la pandemia ha avuto un profondo impatto anche sul mondo dello sport che ha subito – soprattutto tra l’anno 2020 ed il 2021- ingenti perdite economiche causate dalla impossibilità di realizzare eventi e competizioni sportive per ragioni legate alla sicurezza sanitaria.
A ciò si aggiunga che la mancata organizzazione delle manifestazioni sportive ha causato degli importanti danni anche al settore del turismo sportivo, sia estivo che invernale, e di conseguenza su tutte le attività che hanno sempre gravitato attorno ad esso.
Ebbene, i predetti progetti dovrebbero, altresì, consentire l’integrazione di persone svantaggiate o emarginate che potranno beneficiare, e quindi usufruire, di attrezzature ed impianti sportivi anche in aree periferiche delle città.
Gli investimenti, infatti, serviranno a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale attraverso la riqualificazione delle aree pubbliche e promuovendo attività sportive e, altresì, lo sviluppo della relativa cultura: valorizzando il potenziale di ogni territorio e rafforzando i servizi sociali di prossimità per il sostegno alle persone emarginate si mira, quindi, a colmare il cosiddetto “divario di cittadinanza”.
Qual è l’iter da seguire una volta presentato il progetto?
Come chiarito dal Dipartimento per lo sport (clicca qui per un approfondimento: https://www.sport.governo.it/media/3504/avviso-pubblico-sport-e-periferie-2022.pdf ) il Responsabile Unico del Procedimento (RUP) provvederà alla verifica della singola proposta progettuale pervenuta con riferimento:
- alla regolarità della trasmissione e
- alla verifica di ammissibilità formale della domanda in relazione alla sussistenza delle cause di esclusione.
Successivamente, le proposte progettuali risultate ricevibili e ammissibili saranno valutate da un’apposita Commissione nominata con provvedimento del Capo del Dipartimento per lo sport, che attribuirà un punteggio in base ai diversi criteri di valutazione indicati nel relativo avviso.
Infine, il finanziamento verrà erogato sulla base di apposita convenzione sottoscritta con firma digitale tra il Capo del Dipartimento per lo sport e il legale rappresentante del soggetto richiedente: tale convenzione sarà volta a disciplinare la realizzazione delle attività, i reciproci rapporti e responsabilità nonché le modalità di erogazione del contributo che, in ogni caso, verrà corrisposto in proporzione agli stati di avanzamento dei lavori, certificati dal direttore dei lavori e approvati dal RUP dell’ente beneficiario.
Focus di diritto dell’Unione Europea • Avv. Eleonora Pintus
Next generation EU e PNRR: inclusione di soggetti fragili e vulnerabili
Al fine di riparare i danni economici e sociali causati dall’emergenza sanitaria da COVID-19 e creare una solida base per una comune ripartenza europea, la Commissione europea, il Parlamento europeo e i leader dell’UE hanno concordato un piano di ripresa di carattere finanziario denominato NextGenerationEU, espressione di una nuova politica di coesione.
Trattasi del più grande pacchetto di risorse economiche temporaneo mai finanziato dall’UE pari 750 miliardi di euro pensato per stimolare una “ripresa sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa” e diretta a garantire la possibilità di fare fronte a future ed impreviste esigenze.
Per rendere l’Europa più verde, più digitale e più sicura, l’UE mette a disposizione degli stati i finanziamenti di NextGenerationEU non appena questi diventano disponibili e i progetti vengono realizzati e presentati alla Commissione Europea.
In questo contesto si inserisce il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), lo strumento che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia intende realizzare grazie all’utilizzo dei fondi europei di Next Generation EU, per attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia e rendere l’Italia un Paese più equo, green e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa.
Tra i principali obiettivi del nuovo programma, vi è anche quello di rafforzare l’inclusione sociale, soprattutto dei soggetti fragili e vulnerabili.
Come?
In Italia, con Decreto n. 5 del 15 febbraio 2022 del Direttore Generale per la Lotta alla povertà e per la programmazione sociale, è stato adottato l’Avviso pubblico n. 1/2022 per presentare Proposte di intervento da parte degli Ambiti Territoriali Sociali da finanziare nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziato dall’Unione europea - Next generation Eu.
Di cosa si tratta?
L’Avviso intende favorire le attività di inclusione sociale di specifiche categorie di soggetti fragili e vulnerabili: famiglie e bambini, anziani non autosufficienti, disabili o anche persone senza dimora.
La misura prevede interventi di rafforzamento dei servizi a supporto delle famiglie in difficoltà, soluzioni alloggiative, dotazioni strumentali a sostegno di persone anziane per garantire loro una vita autonoma e indipendente, forme di sostegno agli operatori sociali per fronteggiare il fenomeno del burn out ed ancora iniziative di housing sociale di carattere sia temporaneo che definitivo.
In particolare, fra le attività previste per il sostegno degli anziani e dei disabili vi è il rafforzamento dei servizi sociali offerti dal territorio, come infermieri, caregiver, badanti per chi vive in casa – così da consentire loro di rimanere nello stesso luogo dove hanno vissuto per tutta la vita – nonché il rafforzamento delle strutture di ricovero per coloro che preferiscono allontanarsi dall’ambiente domestico.
Questa linea di intervento consiste nella realizzazione e adattamento di abitazioni in cui potranno vivere gruppi di persone con disabilità, attraverso il reperimento di spazi ed ambienti esistenti. Ogni abitazione sarà strutturata e personalizzata mediante strumenti e tecnologie di domotica e interazione a distanza, in base alle necessità degli ospiti.
È interessante rilevare che l’Avviso prevede la possibilità di attuare i progetti di intervento per soluzioni alloggiative anche mediante la destinazione a tale finalità di beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.Francesco Sanna, Avvocato
La possibilità di utilizzo di immobili confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata e in seguito trasferiti alla disponibilità degli Enti Pubblici, al fine di potenziare l’edilizia residenziale pubblica e migliorare i servizi di prossimità, concerne tutte le linee di attività e non solo quelle dedicate ai percorsi di autonomia per persone anziane e con disabilità.
I destinatari dell’avviso sono gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS), circa 600 – competenti alla presentazione di progetti singolarmente o anche di concerto, con individuazione di un ATS capofila assegnatario delle risorse – e i Comuni singoli. Le Regioni e Province Autonome avranno un ruolo di coordinamento e di programmazione per lo sviluppo dei sistemi sociali territoriali.
A seguito della presentazione dei progetti, con il Decreto Direttoriale numero 98 del 9 maggio 2022, gli uffici del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno assegnato ai vari Ambiti territoriali sociali in Italia le risorse economiche, legate al PNRR, dirette a favorire le attività di inclusione sociale per soggetti fragili e vulnerabili, come famiglie e bambini, anziani non autosufficienti, disabili e persone senza dimora per oltre 1,25 miliardi di euro.
Qual è l’iter da seguire una volta presentato il progetto?
Si segnala che al fine di rendere effettivo il piano europeo-nazionale, a partire dal 21 giugno 2022 sono disponibili i format delle schede progetto relative all’Avviso pubblico n. 1/2022 PNRR Next generation Eu, con relativi piani finanziari e cronoprogrammi, suddivise per le diverse linee di finanziamento. Le schede progetto dovranno essere caricate dai Comuni e Ambiti Territoriali Sociali (ATS) ammessi al finanziamento sull’applicativo gestionale che sarà messo a disposizione dall’ Amministrazione. Dopodiché, le schede progetto saranno oggetto di verifica in sede di sottoscrizione delle convenzioni.
In conclusione, questo breve contributo, che presta maggiore attenzione alle categorie dei soggetti fragili e vulnerabili, si inserisce all’interno di una cornice più complessa che intende evidenziare come l’Unione Europea, con il suo programma di finanziamento, ha deciso di gettare le basi per il futuro dell’Europa.
Il nome “Next generation” non è certamente un caso: è un investimento a favore e nell’interesse delle generazioni future affinché possano godere di economie e società più sostenibili, resilienti e pronte alle nuove sfide del domani.