Il disturbo comportamentale nei minori – 1^/2^ parte

Il disturbo della condotta: pennacchio evolutivo o emergenza sociale?

Introduzione

La rabbia è riconosciuta universalmente come una delle emozioni di base (e per definizione funzionale alla sopravvivenza) e l’aggressività, nella coerenza della sua funzione evolutiva, è perfettamente integrata con il comportamento animale, primati compresi.

E in maniera più complessa e raffinata nell’homo sapiens.

La capacità di difendersi e di attaccare un aggressore, proteggere il proprio nucleo di pari, protestare per le cure mancate, inviare un segnale di alt per proteggere un piccolo indifeso sono solo una parte di tutti i meccanismi ancestrali di sopravvivenza per i quali la rabbia e l’aggressività si dimostrano utili e vitali. Alberto Anedda, Neuropsichiatra Infantile

Nell’essere umano (a differenza di altri primati meno evoluti) le emozioni di base risultano il fondamento nel quale vanno poi a svilupparsi complessi modelli operativi interni, diramandosi nel sistema di intersoggettività e comunicazione simbolica (e linguistica): questo ha consentito alla nostra specie di organizzare un sistema sociale e di relazione così elegante da risultare potenziale creatore di molteplici meccanismi adattivi nei confronti dell’ambiente circostante.

L’aggressività, nonostante sia presente sin dalla culla, viene naturalmente inibita mediante la crescita e la maturazione cerebrale (e relazionale) con una duplice funzione: la sopravvivenza del singolo e il mantenimento della comunità di peers.

A partire dalla fine del primo anno di vita un comportamento aggressivo può costituire persino un mezzo per garantire lo sviluppo della propria identità: ne sono un esempio gli scoppi d’ira del bambino quando gli viene impedita un’esperienza di esplorazione o di mancate cure. L’aggressività diventa quindi non solo un modo per ottenere protezione da parte della figura di attaccamento, ma anche una risposta difensiva nei confronti della mancanza di sensibilità dei caregivers.

Infine si può concettualmente suddividere tale costrutto in due aree, che presentano a loro volta funzioni e significati diversi: l’aggressività reattiva (o affettiva) e l’aggressività proattiva (o predatoria).

    1. L’aggressività reattiva viene definita come la risposta messa in atto per difendersi da una minaccia, reale o percepita tale. Inoltre, l’aggressività reattiva risulta essere impulsiva e non pianificata, e si associa (soprattutto quando disregolata) ad un’attivazione del sistema di allerta .
    2. L’aggressività proattiva non richiede alcun effetto esterno scatenante: è finalizzata al raggiungimento di un obiettivo diretto (generalmente nei confronti di un altro essere umano), con lo scopo di gestirla e trarne un qualsiasi vantaggio. L’aggressività predatoria, a differenza della precedente, risulta quindi pianificata e calcolata.

Definizione

La persona che presenta un Disturbo della Condotta (CD, Conduct Disorder) manifesta modalità comportamentali caratterizzate dalla sistematica e persistente violazione delle regole, dei diritti dell’altro e delle norme sociali, con conseguenze talvolta molto gravi sul piano del funzionamento globale dell’individuo e sull’impatto nei confronti dell’ambiente circostante. Tale disturbo, per essere definito secondo i criteri del DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), si deve presentare prima dei 18 anni, e risulta spesso essere il precursore del Disturbo Antisociale di Personalità in età adulta, rientrando a far parte tra i disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta.Alberto Anedda, Neuropsichiatra Infantile

Nello specifico, i cluster sintomatologici del disturbo vengono raggruppati in quattro categorie:

    1. Aggressione a persone e animali: la persona può presentare un’interazione minacciosa con la finalità di intimorire, può frequentemente utilizzare armi (bianche e non) con l’intento di causare danni fisici a terzi, mette in atto comportamenti crudeli nei confronti di persone o animali quali aggressione, scippo, estorsione o rapina a mano armata che prevedono l’affronto diretto di una vittima, con talvolta costrizione ad attività sessuali indesiderate.
    2. Distruzione della proprietà: distruzione di proprietà altrui, piromania.
    3. Frode o furto: introduzione in proprietà altrui, bugie o menzogne finalizzati all’ottenere favori o all’evitare doveri, furti di articoli di valore senza affrontare direttamente la vittima.
    4. Gravi violazioni di regole: spesso, già prima dei 13 anni, l’individuo contravviene alle regole familiari trascorrendo la notte fuori, o allontanandosi da casa di notte senza rientrarvi per un lungo periodo, o marinando frequentemente la scuola.

Cause e storia naturale

Il CD (Disturbo Comportamentale) viene definito in parte in base al livello di compromissione della vita familiare, sociale o scolastica del bambino o adolescente: per la diagnosi sono sufficienti 3/15 sintomi (purché non si manifestino in più categorie). Le cause e i fattori di rischio includono fattori ambientali (che vanno da un attaccamento disorganizzato a un ambiente degradato/ostile) a fattori individuali (geni, comorbidità con ADHD, temperamento, ecc.). La maggior parte dei sintomi del CD, sia che si manifestino in età giovanile o più tardi, sono spesso gravi e possono condurre a problemi emotivi e sociali con talvolta risvolti legali; non è raro inoltre che la persona con un disturbo della condotta presenti anche una maggiore suscettibilità (ed eventuale utilizzo) alle sostanze d’abuso (cannabis, cocaina, alcool, ecc.) e partecipi ad attività illecite.

Specifica con emozioni prosociali limitate

È inoltre descritto un sottotipo del CD, definito dalla carenza più o meno marcata delle emozioni prosociali e dell’empatia, che risulta predittivo per una struttura di comportamento caratterizzata da problemi di condotta più severi e persistenti.

Da cosa è caratterizzata tale specifica?

  1. Mancanza di rimorso e senso di colpa (Lack of remorse or guilt): la persona non prova emozioni di colpa relativamente alle proprie azioni, con scarsa preoccupazione sulle conseguenze negative di quello che può aver commesso.
  2. Mancanza di empatia, “callosità” (Callous-Lack of empathy): la persona non è condizionata da quello che possono provare le altre persone, ed è descritta come fredda o poco sensibile.
  3. Disinteresse nei confronti delle sue performance (Unconcerned about performance): la persona appare disinteressata da quello che possono essere i suoi obbiettivi scolastici o lavorativi, senza mettere in atto alcuno sforzo per raggiungere i risultati (anche quando gli obiettivi sono chiari); può spesso rivolgersi agli altri come colpevoli per i suoi insuccessi.
  4. Appiattimento affettivo (Shallow or deficient affect): la persona non appare in grado di esprimere i propri sentimenti (se non in maniera superficiale) tranne che per avere dei vantaggi dagli altri (es. manipola o intimidisce).

La specifica con emozioni prosociali limitate ci richiede di confrontarci con le basi sottostanti a tale disturbo. Il comportamento nei pazienti affetti da CD può quindi manifestarsi in due forme: in una, la persona manifesta problemi nella regolazione delle emozioni forti, rabbiose e ostili. Una minoranza di pazienti con CD, invece di manifestare emozioni come rabbia e ostilità presenta una carenza dell’empatia e del senso di colpa. Tali bambini (e adolescenti) tendono a manipolare gli altri per un loro tornaconto personale: con ridotti livelli d’ansia e la tendenza ad annoiarsi facilmente preferiscono attività sempre nuove, eccitanti, persino pericolose, con la probabilità perciò i manifestare i quattro sintomi dello specificatore.

Conclusioni

Il disturbo della condotta deve considerarsi a tutti gli effetti un disturbo cronico e complesso, e come tale deve essere impostato il piano di intervento.

Tale plan si deve basare su diversi livelli: sulla comunità in cui la persona vive, sulla famiglia (es. parent training) e sull’individuo (come la psicoterapia o interventi farmacologici, da considerarsi su pazienti che non rispondono agli altri trattamenti o che presentano aggressività marcata e comportamenti violenti). Si è rivelato inoltre molto utile per la prevenzione in età precoce il programma terapeutico Coping Power, che si avvale di un lavoro di equipe sui diversi contesti di vita del bambino, quali la scuola e la famiglia.

Appare ormai ovvio che, nella sua complessità e cronicità, il CD appaia come una vera e propria sfida per il sistema di cura, soprattutto per i diversi risvolti etici e legali (ed economici) che possono interfacciarsi costantemente nella vita di chi ne soffre e dei suoi cari: a tal proposito appare quindi necessario focalizzare e programmare i sistemi di aiuto e cura sempre di più verso la prevenzione e l’identificazione dei fattori di rischio (sia individuali che comunitari). Solo un lavoro che parta dallo stato e dalla società potrà quindi favorire la liberazione progressiva da tutti gli stigmi e i pregiudizi che interessano il mondo della salute mentale, ancor più quando si tratta di bambini e adolescenti. Alberto Anedda, Neuropsichiatra Infantile

Alberto Anedda, Neuropsichiatra Infantile

Sono un medico chirurgo, specialista in Neuropsichiatria Infantile, Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Costruttivista.
Ho svolto la mia attività clinica in diversi servizi integrati in Italia e all’estero, centri territoriali di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e centri convenzionati di riabilitazione globale per minori.
Dal 2020 lavoro presso il centro Lucio Bini di Cagliari come Neuropsichiatra e Psicoterapeuta, con attenzione speciale per pazienti affetti da tutti i disturbi psichiatrici e dal mese di Luglio 2021 presto servizio come Dirigente Medico all’interno della Clinica di Neuropsichiatria dell’Infanzia e l’Adolescenza presso l’Ospedale Microcitemico A. Cao di Cagliari.
Nello specifico si sottolinea particolare elezione per valutazione e trattamento dei Disturbi del Neurosviluppo (ADHD, Autismo, Disturbi dell’Apprendimento, Tic e Tourette), Disturbi da Comportamento Dirompente e della Condotta (Disturbo Oppositivo Provocatorio e Disturbo della Condotta), Disturbi dell’Umore, Disturbo Ossessivo Compulsivo e Disturbi d’Ansia.
Mi occupo inoltre di Psicoterapia Cognitivo-Costruttivista per minori e adulti, interventi mirati di supporto alla genitorialità (Parent Training), terapia farmacologica nell’ambito dei disturbi psichiatrici per minori e adulti, attività di formazione (corsi e seminari) e presto inoltre servizio come Consulente Tecnico di Parte (CTP).

Focus di diritto penale • Avv. Claudia Piroddu

L’imputabilità del minore
Quando si parla di Disturbo della Condotta e, più in generale, delle conseguenze anche sul piano penale dei comportamenti legati a tale condizione, sorge spontaneo chiedersi: il minore che commette un reato può essere perseguito penalmente?

Leggi tutto
Focus di diritto civile • Avv. Viola Zuddas

Bullismo e reazione della vittima
Come abbiamo visto nel focus a cura del Dott. Alberto Anedda, un disturbo della condotta (Conduct Disorder, “CD”) implica uno schema comportamentale ripetitivo che porta l’individuo che ne soffre a violare i diritti delle persone con cui si entra in contatto.

Leggi tutto
Focus di diritto civile Avv. Francesco Sanna

Bullismo e responsabilità civile
In primis è bene ricordare che la Repubblica riconosce e garantisce, ai sensi degli artt. 2 e 31 Cost., i diritti dell’infanzia e della gioventù.

Leggi tutto
Focus di diritto dell’Unione Europea • Avv. Eleonora Pintus

Unione Europea e tutela della salute mentale: il Programma “EU4Health”
La salute mentale è un diritto fondamentale dell’uomo.
Trattasi di una condizione indispensabile al benessere, alla qualità della vita ed alla salute fisica, oltre che favorire l’apprendimento, il lavoro e la partecipazione alla società.

Leggi tutto

Lascia un commento

Your email address will not be published.

You may use these <abbr title="HyperText Markup Language">html</abbr> tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*