Per capire cos’è un condono fiscale è bene far riferimento al significato generale del termine condono che nel diritto è definito come quel provvedimento emanato dal Parlamento o dal Governo, mediante decreto, tramite il quale i cittadini che vi aderiscono possono ottenere l’annullamento totale o parziale di una pena o di una sanzione.
Più specificatamente, in campo tributario il condono fiscale (detto anche condono tributario) può essere definito come quel procedimento, messo in atto dallo Stato, che permette ai contribuenti in situazione irregolare con il fisco di regolarizzare la propria posizione. Avv. Francesco Sanna, Tributarista
Questo provvedimento consente ai cittadini di evitare in parte o in toto le sanzioni legate ad alcune irregolarità fiscali e sarà il Legislatore a stabilirne le regole e i limiti per poterne beneficiare.
Difatti, i contribuenti che hanno contratto debiti di natura tributaria hanno la facoltà, presentando una domanda, di sanare la propria situazione e di pagare l’importo dovuto secondo le disposizioni stabilite dalla legge.
Tale istituto, come è intuibile, dovrebbe essere adottato in via straordinaria e con particolare parsimonia. Detto ciò si deve constatare (purtroppo) come l’Italia non abbia usato la necessaria cautela nel far ricorso allo strumento in questione, arrivando all’abnorme numero di oltre 80 dall’unità fino a giorni nostri.
Per rimanere solo ai più recenti vale la pena ricordare i condoni voluti dall’allora ministro Giulio Tremonti che, nel periodo compreso tra l’anno 2002-2003 e 2009-2010, ha concesso agli evasori che avevano depositato soldi all’estero di “sanare” la propria posizione pagando un’aliquota pari al 5% di quanto rimpatriato, oltre alla garanzia dell’anonimato.
Successivamente, nel corso del biennio 2016-2017 una norma nella sostanza analoga a quella di cui al capoverso che precede è stata voluta dall’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze, Padoan: la cosiddetta voluntary disclosure.
Come detto in precedenza e soprattutto come sostenuto dagli esperti e studiosi del diritto tributario il condono fiscale è, e deve essere, utilizzato quale strumento straordinario da adottare in caso di riforma dell’intero sistema fiscale e non come strumento di contrasto all’evasione e alle irregolarità fiscali che lo Stato non è riuscito a contrastare con misure adeguate. Tant’è che nonostante il suo impiego “spregiudicato” da parte di innumerevoli Governi – di ogni colore politico – questo non ha certamente sortito l’effetto di diminuire il fenomeno evasivo che imperversa da decenni nel nostro paese e che rappresenta uno dei freni maggiori (se non il maggiore assieme alla criminalità organizzata) per l’economia italiana.
In molti criticano lo strumento in parola perché la cancellazione/riduzione della sanzione in caso di mancato ossequio degli obblighi tributari funge da vero e proprio invito al non rispetto delle regole.
Il nuovo condono del Governo Draghi
Tuttavia, anche il nuovo Governo, presieduto da Mario Draghi, ha varato, durante il Cdm del 19 marzo u.s., l’ennesimo condono fiscale con il declamato obiettivo di “alleggerire il magazzino dell’Agenzia delle Entrate”, così come affermato dal sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon.
Con il prossimo condono le cartelle esattoriali fino a cinquemila euro (circa 16 milioni di atti), relative al periodo compreso tra il 2000 e il 2010 e per quei contribuenti con un reddito IRPEF inferiore ai trentamila euro (anno di riferimento 2019), verranno cancellate.
Il limite è dato dal tetto dei cinquemila euro che svuoterebbe di circa il 56% le pendenze in essere dell’Agenzia delle Entrate, riguardando in grandissima parte le multe per violazione del codice della strada, le sanzioni per il mancato pagamento del bollo auto, dell’Imu e della Tari.
Ancora, il Decreto Sostegni ha previsto ulteriori misure in campo fiscale, quali la nuova scadenza delle rate della rottamazione-ter e del saldo e stralcio delle cartelle.
Le scadenze da tenere a mente sono le seguenti:
- 31 luglio 2021, per quanto riguarda le rate in scadenza il 28 febbraio, il 31 marzo, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre 2020;
- 30 novembre 2021, per quanto riguarda le rate in scadenza il 28 febbraio, il 31 marzo, il 31 maggio e il 31 luglio 2021.
Alle nuove scadenze si applicherà il termine di tolleranza di cinque giorni.
Si ricorda che la Rottamazione-ter prevede, per chi è in comprovate difficoltà economiche, di estinguere le cartelle degli anni 2000-2017 versando integralmente le somme dovute ma senza pagare le sanzioni e gli interessi di mora.
Il Saldo e stralcio, invece, è un’agevolazione destinata ai contribuenti con Isee familiare inferiore ai ventimila euro: a loro spetterà il pagamento di una percentuale compresa tra il 16% e il 35% di quanto dovuto, scontato di sanzioni e interessi.
Infine, per quanto concerne la proroga delle attività dell’Agenzia delle Entrate il Decreto Sostegni dispone una nuova sospensione fino al 30 aprile 2021 della scadenza per i pagamenti relativi alle cartelle già notificate.